Un possibile coinvolgimento dei servizi segreti stranieri nell’attentato al Crocus City Hall vicino a Mosca, che ha causato la morte di almeno 143 persone, ha suscitato polemiche. Secondo il portavoce del partito turco Akp, l’Isis non avrebbe potuto compiere un simile attacco senza il supporto di un “sponsor” esterno.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha alimentato ulteriori dubbi sul coinvolgimento di agenti esterni nell’attentato, facendo riferimento alle ipotesi mosse da Mosca che indicano possibile coinvolgimento di Ucraina, USA e Regno Unito. Erdogan ha anche rivolto pesanti critiche al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, arrivando addirittura a esprimere pubblicamente dei desideri nefasti nei confronti di quest’ultimo durante una manifestazione.
Le tensioni non si limitano solo al fronte internazionale: Erdogan ha anche attaccato gli Stati Uniti per l’invio di navi da guerra e minacciato la Grecia di ritorsioni nel caso di armamenti aggiuntivi. In un periodo di crescente instabilità politica, Erdogan ha inoltre messo il veto sull’adesione della Svezia alla Nato e ha criticato l’Unione Europea per la presunta preferenza alla provocazione rispetto alla pace.
Nonostante le tensioni, Erdogan si è espresso a favore del dialogo tra Putin e Zelensky durante l’invasione dell’Ucraina, dimostrando un’approccio alquanto controverso ma coerente con la sua politica estera aggressiva e imprevedibile. Le prossime mosse del presidente turco rimangono incerte, ma una cosa è certa: il clima di tensione internazionale sembra destinato a perdurare.