L’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione. La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha ribaltato quasi interamente la decisione del Tribunale di Locri, che aveva comminato a Lucano una condanna di 13 anni e quattro mesi. Lucano è stato condannato solo per un reato amministrativo, cadono le accuse di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato e peculato.
Alla lettura della sentenza, l’aula di giustizia era affollata di sostenitori del modello Riace e di Lucano. L’accusa contestava a Lucano un ammanco di 702.410 euro di finanziamenti dello Sprar, ma la sentenza d’appello ha smontato questa accusa. I difensori di Lucano, Giuliano Pisapia e Andrea Dacqua, hanno parlato di “accanimento non terapeutico” e hanno sottolineato che Lucano ha sempre agito per aiutare gli altri.
Pisapia ha richiamato l’attenzione sulla sparizione dei soldi e ha affermato che seguendo i soldi di Lucano non si troveranno prove di illeciti. Pisapia ha anche sottolineato che non ci sono elementi di dolo o motivi politici dietro le azioni di Lucano. La sentenza è stata considerata importante, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti, e Pisapia ha commentato che c’è una differenza tra giustizia e politica.
L’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria. Tale decisione ha ribaltato quasi completamente la precedente condanna di 13 anni e quattro mesi emessa dal Tribunale di Locri. Tuttavia, è importante sottolineare che Lucano è stato condannato solo per un reato amministrativo, poiché le accuse di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato e peculato sono state eliminate.
Durante il pronunciamento della sentenza, l’aula di giustizia era gremita di sostenitori del modello Riace e del sindaco Lucano. L’accusa aveva contestato a quest’ultimo un ammanco di 702.410 euro di finanziamenti dello Sprar, ma tale accusa è stata confutata dalla sentenza d’appello. I difensori di Lucano, Giuliano Pisapia e Andrea Dacqua, hanno denunciato un “accanimento non terapeutico” e hanno ribadito che Lucano ha sempre agito nell’interesse di aiutare gli altri.
Pisapia ha sollevato il problema della sparizione dei fondi e ha affermato che seguendo il denaro di Lucano non si troveranno prove di illeciti. Inoltre, ha sottolineato che non vi sono elementi di dolo né motivazioni politiche dietro le azioni di Lucano. La sentenza è stata considerata di grande importanza, soprattutto alla luce degli ultimi eventi, e Pisapia ha commentato che esiste una differenza tra giustizia e politica.